Risonanza Magnetica in Medicina: ISMRM

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Apr 272011
 

La capacità della risonanza magnetica (RM) di estrarre informazioni strutturali e funzionali a livello di molecole e tessuti biologici anche in vivo ha prodotto negli ultimi anni lo sviluppo di diagnostiche caratterizzate da una sempre maggiore sensibilità e specificità per diverse patologie di alto impatto sociale. La RM, sia a livello nucleare (RMN) che elettronico (EPR electron paramagnetic resonance) forniscono una grande quantità di dati morfoligici e funzionali sia per l’Imaging che per l’analisi in vitro.
In particolare modo la RMN ha permesso di avanzare nella comprensione dei meccanismo di esordio e sviluppo di patologie invalidanti con un particolare riguardo alla diagnosi precoce di malattia, condizione spesso importante per la decisione di inizio trattamento per patologie da cui non si guarisce. L’esempio della grande importanza che hanno i reperti di RMN nella diagnosi di Sclerosi Multipla nei criteri di McDonald.
In Italia opera dal 2006 il Chapter italiano dell’ISMRM, ovvero della Società Internazionale di Risonanza Magnetica in Medicina (ISMRM). L’Associazione ha come obiettivo la stimolazione della ricerca e sviluppo di risonanza magnetica in medicina, favorendo la comunicazione e la collaborazione tra i centri di risonanza magnetica in Italia e all’estero, la promozione di programmi di educazione e di studio, migliorare l’occupazione e le condizioni di lavoro nel settore fornendo agli operatori informazioni e consulenza, ad esempio, sui problemi di sicurezza dei lavoratori.
Luigi Barberini

Dottorati

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Apr 202011
 

Dottorati di ricerca

  • Università di MilanoDottorato in Filosofia del diritto nell’ambito della scuola di dottorato in Scienze giuridicheResponsabile locale Prof.ssa Anna Pintore
  • Università di FerraraDiritto CostituzionaleResponsabile locale Prof. Gianmario Demuro
  • Università di PisaScuola di Dottorato in Diritto pubblico e dell’economia con sede in Pisa, indirizzo in Diritto dell’economia e delle finanzeResponsabile locale Prof.ssa Lucia Cavallini
  • Università di TriesteDiritto dell’Unione EuropeaResponsabile locale Prof.ssa Isabella Castangia
  • Università di CagliariDipartimento di Diritto pubblico e di Studi sociali Diritto dell’attività amministrativa informatizzata e della comunicazione pubblica - Coordinatore Prof.ssa Paola Piras

Incontro A.N.A. Sardegna

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Apr 122011
 

Venerdì 15 Aprile, dalle 15:30 alle 17:30, presso l’Aula Verde del Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico artistiche dell’Università degli Studi di Cagliari, si terrà un incontro dell’Associazione Nazionale Archeologi, sezione Sardegna, dal titolo “Le attività svolte, i progetti futuri”. Durante l’incontro saranno illustrate dai membri del direttivo regionale le attività svolte dalla nascita della sezione Sardegna ad oggi e quelle in programma per una sempre maggiore tutela della professione di archeologo e dei relativi diritti.

Gli interessati potranno sottoscrivere la tessera dell’Associazione Nazionale Archeologi-Sardegna

Resoconto delle sedute del 29 marzo e del 6 aprile

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Apr 082011
 

Cari tutti,

il 29 marzo la Commissione Statuto si è riunita per discutere degli emendamenti al testo riguardante i tre principali organi di governo del nostro ateneo, vale a dire Rettore, Senato Accademico (SA) e Consiglio di Amministrazione (CdA). Il 6 aprile la commissione ha incontrato i componenti del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione attuali, per un confronto sulla parte del testo fino a qui discussa. E’ importante sottolineare che la discussione è aperta e che nessuna parte dello statuto è considerata definitiva, ma un “work in progress” sul quale necessariamente dovremo tornare.

La strutturazione dei tre organi di governo al vertice dell’Ateneo è chiaramente un punto nodale dello statuto, essendo questi poi inscindibilmente legati al come verranno progettati i Dipartimenti e le strutture di raccordo. A queste strutture nel testo darò il nome di Scuole per evitare confusione con le attuali Facoltà, anche se nel testo finora discusso queste strutture sono chiamate Facoltà.

Ci sono numerosi punti chiave nella discussione che è stata affrontata sulla questione dei poteri da attribuire ai tre organi, dato che tutti, anche se non nello stesso modo, vogliamo che lo statuto permetta, nei limiti del possibile, un riequilibrio di poteri in particolare tra Senato e Consiglio di Amministrazione.

La discussione è stata vivace sia in commissione che nell’incontro con CdA e SA che ha visto alcune voci critiche levarsi contro alcuni punti dello statuto indicandone alcune debolezze. A mio avviso quell’incontro ha messo in evidenza quanto sia cruciale rendere il processo di diffusione dell’informazione “in itinere” dello statuto il più aperto possibile, essendo chiaro a tutti che si tratta di bozze in lavorazione, per aumentare da un lato la consapevolezza di tutti dei vari aspetti della discussione ma anche perché molte delle scelte sono di grande rilevanza per tutti e di conseguenza il contributo di tutti è importante.

Qui di seguito trovate unan descrizione più dettagliata dei vari punti seguita da alcune considerazioni. La prossima riunione della commissione è prevista per il 12 aprile con all’ordine del giorno dipartimenti e strutture di raccordo.

Cordialmente,

Guido Mula

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RETTORE

Allo stato attuale della discussione il Rettore propone al SA i nomi dei componenti del CdA, che il SA deve approvare con una maggioranza di 2/3 dei partecipanti al voto (non dei componenti dell’organo). Il Rettore inoltre presiede sia il CdA che il SA, facendo anche funzione di raccordo tra i due organi. Tra le sue competenze c’è quella di proporre al SA la nomina del presidente del collegio dei revisori dei conti e di proporre al CdA la nomina dei componenti del nucleo di valutazione, inclusa l’individuazione del suo coordinatore.

Il Rettore deve essere un Professore Ordinario dell’Università di Cagliari, e l’elettorato attivo spetta ai professori e ai ricercatori a tempo indeterminato e a tempo determinato in tenure track (vale a dire quelli con il contratto nel secondo triennio alla fine del quale possono, se hanno lavorato bene e se hanno l’abilitazione, essere chiamati come professori associati). Spetta inoltre al personale ATA con modalità analoghe a quelle attuali e agli studenti eletti nel SA, nel CdA, nel Nucleo di Valutazione, nei consigli di corso e nel Collegi delle Scuole di Dottorato e delle Scuole di Specializzazione. Il peso del voto della componente studentesca è considerato una testa un voto fino ad un massimo del 15% del numero dei Professori e Ricercatori che hanno l’elettorato attivo.

Sulla questione del ruolo del Rettore è sorta una prima discussione per esempio per le modalità di indicazione al SA dei nomi dei componenti del CdA. Allo stato attuale, come segnalato prima, il Rettore propone una lista pari al numero esatto di componenti interni ed esterni del CdA e non una rosa di nomi in cui in SA possa scegliere.

SENATO ACCADEMICO

Il SA non ha in questo momento una composizione definita. Quello che trova tutti d’accordo è il fatto che la numerosità debba essere inferiore al massimo previsto dalla legge (35 componenti). Tuttavia la distribuzione delle varie componenti all’interno dell’organo non è ancora definita. Il primo punto dirimente è la presenza dei direttori di dipartimento. Prevista per legge, nel nostro ateneo diverse voci chiedono una la presenza automatica di tutti i direttori. Su questo punto tuttavia la legge è chiara (art. 2, comma 1, lettere f e s) e dice che i direttori devono essere eletti nell’organo. Pur essendo cariche in sè elettive, quindi, è necessario eleggere quali tra i direttori siederanno in SA. Altro punto in discussione è se e come le Scuole debbano essere rappresentate nel SA. Secondo la legge i Dipartimenti (art. 2, comma 2, lett. a) devono avere l’attribuzione delle funzioni finalizzate allo svolgimento della ricerca scientifica, delle attività didattiche e formative e delle attività rivolte all’esterno a queste correlate. Questo è un punto chiave per la definizione delle rappresentanze nell’organo.

Allo stato attuale ci sono due ipotesi per la composizione del SA: la prima prevede da componenti elette di direttori di dipartimento, coordinatori dei corsi di studio, rappresentanti dei ricercatori a tempo indeterminato (RTI) e a tempo determinato cosidetti di tipo b (cioè al secondo triennio), studenti e personale TA. La seconda ipotesi è simile, ma prevede una rappresentanza di tutto il corpo docente (professori e RTI) invece dei coordinatori di corso previsti nella prima versione e una rappresentanza di tutti i precari istituzionali (assegnisti e ricercatori), oltre che una garanzia di rappresentanza di specializzandi e dottorandi nella componente studentesca. La durata del mandato è prevista triennale ma sfasata con il sestennio del Rettore, per garantire una continuità e non avere tutti gli organi in scadenza contemporaneamente. Per gli studenti (e i precari se ci saranno) il mandato è ridotto a due anni. C’è la proposta di ridurre a due anni il mandato per tutte le componenti del SA che non sono a tempo indeterminato.

Il SA ha un certo numero di pareri obbligatori per il CdA, in particolare: 1) sul documento di individuazione del fabbisogno di personale, sul conto consuntivo, sull’attivazione e soppressione di corsi di studio, sedi, dipartimenti e Scuole, nonché sull’offerta formativa annuale.

Il SA ha anche il potere di sfiduciare il CdA se questo non adempie ai suoi compiti (per esempio non redige il bilancio in tempo) e può, utilizzando quanto previsto dalla legge, proporre al corpo elettorale una mozione di sfiducia al Rettore. Questa è chiaramente una grande novità, fondamentale per l’equilibrio dei poteri, dato che quelli del rettore versione Gelmini sono di grande rilevanza.

Si prevede che allo scadere del mandato del Rettore, o in caso di sua sfiducia da parte del corpo elettorale, decadano contemporaneamente anche il CdA e le altre cariche di diretta nomina rettorale, come per esempio il prorettore.

Il SA, sentito il CdA, approva il regolamento generale di ateneo, le modifiche di statuto e, previo parere favorevole del CdA i vari regolamenti indispensabili per il funzionamento dell’Ateneo.

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Il CdA è l’organo chiave degli atenei in versione Gelmini: piccolo e con grandi poteri.

Nella composizione attuale il CdA è previsto composto da nove membri di cui due esterni. La nomina è rettorale a seguito di una approvazione a maggioranza di 2/3 da parte del SA. Ci sono questioni aperte come la rappresentanza degli studenti (secondo la legge, ovvero ALMENO 15%, sono uno o due?) e del personale TA. Gli altri componenti sarebbero docenti dell’ateneo con copertura delle diverse aree culturali intese in senso lato.

Il CdA ha il compito di gestire sostanzialmente tutto, avendo la responsabilità più diretta del buon andamento dell’ateneo in tutti gli aspetti da quello finanziario in poi. In diversi casi deve comunque acquisire un parere obbligatorio del SA. Questo vuol dire che il CdA non potrà ignorare questi pareri e per andarci contro dovrà giustificarlo opportunamente. Questo vale per esempio per i documenti di programmazione triennale per il lato economico e del personale.

ALCUNE CONSIDERAZIONI

A mio modo di vedere ci sono un certo numero di criticità nella versione attuale dello statuto che richiederanno ancora riflessione da parte della commissione e input da parte dell’ateneo sulle linee guida. Ricordo a questo proposito che chi voglia proporre ufficialmente alla commissione commenti o altro non ha che da inviare un testo all’attenzione del rettore e questo verrà distribuito alla commissione.

Strategie

Una delle criticità da definire riguarda la questione della strategia. Finora lo statuto prevede sostanzialmente una programmazione pluriennale limitata ad un triennio. In questo momento di grandi rivoluzioni, tuttavia, andare a guardare solo al triennio ha come conseguenza quello di non riuscire a delineare strategie di ampio respiro pari almeno, per esempio, alla durata di un mandato rettorale o a quella dei piani europei. Se da un lato è chiaro che non si può fare una strategia fine su un periodo così lungo, è anche chiaro che portare lo sguardo in avanti di diversi anni permette di prendere decisioni strategiche anche sul breve periodo che tengano conto degli obiettivi di sviluppo dell’ateneo. In questa ottica rientrano per esempio decisioni su aree (non corsi di laurea specifici) da sostenere/rafforzare. In una situazione nella quale la carenza di fondi è drammatica è ancora più fondamentale dare all’ateneo un respiro che guardi lontano perché le scelte da fare in questo periodo richiedono necessariamente non affidarsi “all’emozione del momento” ma piuttosto ad una riflessione condivisa e approfondita di una realtà ricca ed eterogenea come quella di un ateneo generalista come è l’Università di Cagliari.

Trasparenza

Anche questo punto non è ben definito nello statuto. E’ chiaro che esistono a questo proposito degli aspetti di carattere legale e degli aspetti di carattere politico. Nello statuto nuova versione (art.3 comma 1) si dice che l’ateneo persegue le proprie finalità istituzionali nel rispetto di vari principi, tra i quali quello della trasparenza delle informazioni e dei processi. Questo è un principio chiave che però, per trovare concreta applicazione, richiede una esplicitazione normativa che sia esplicita, a mio avviso, anche nello statuto. Ci sono infatti diverse questioni, che toccano tutto l’ateneo e le persone che ci lavorano, che non possono essere rese note solamente alla fine del processo ad approvazione avvenuta. E’ infatti chiaro che regolamenti che toccano aspetti cruciali dell’ateneo, come per esempio quello recentemente approvato sui ricercatori a tempo determinato, o modifiche del regolamento generale etc non possono essere discussi e approvati in camera caritatis di nascosto da tutti. Se questo principio non è una specifica norma di legge, è altresì vero che fa parte dei principi generali delle leggi al riguardo e anche di quanto si sta prevedendo di inserire nello statuto rinnovato. Sono convinto che la diffusione dell’informazione nel processo di formazione delle decisioni, in particolare di quelle che coinvolgono tutti, sia un modo fondamentale di funzionare di un ateneo che voglia essere davvero trasparente nei fatti e non solo a parole.

Ricercatori

I Ricercatori sono stati in quest’ultimo anno oggetto di particolare attenzione da parte di tutti per la forza delle decisioni che hanno assunto in difesa dell’Università, cercando di difenderne il ruolo essenziale per la società. Le azioni dei Ricercatori hanno visto in particolare la sottolineatura del proprio diritto al riconoscimento di una funzione docente effettivamente svolta e decisamente mal riconosciuta. Indipendentemente dal tenere un corso frontale, i ricercatori sono comunque vincolati allo svolgimento di un numero di ore di didattica integrativa/di supporto, le cui modalità e impegno temporale sono da stabilire con ciascuno dei ricercatori. Questa attività didattica va ovviamente svolta all’interno di un corso di laurea e non è a sè stante. Nello statuto in versione attuale, quando si parla di rappresentanza delle scuole nel Senato Accademico, si vuole togliere ai ricercatori che non tengono un corso il diritto di voto per gli eventuali rappresentanti di queste scuole. Personalmente trovo questa scelta incomprensibile, dato che i ricercatori svolgono comunque attività didattica all’interno di almeno un corso di laurea e hanno quindi tutti i diritti di partecipare alle scelte sugli organi dell’ateneo anche sulle questioni di didattica.

Strutture di raccordo e dipartimenti

Questo sarà l’argomento della riunione prevista per martedì 12. Alcune cose sono state comunque già parzialmente discusse e c’è un possibile orientamento a mettere tutta la didattica sulle Scuole. Personalmente non condivido questa scelta perché da un lato la legge dice chiaramente, come visto prima, che i dipartimenti devono avere l’attribuzione delle funzioni finalizzate allo svolgimento dell’attività didattica. Dall’altro trovo che questa scelta implicherebbe cambiare tutto senza davvero cambiare, dato che avremmo delle strutture di didattica completamente separate dalla ricerca, sul piano formale, ma senza più il potere di chiamata che resterebbe in mano ai dipartimenti. E’ chiaro quindi che i Dipartimenti, avendo in mano tutte le chiavi del potere, devono avere anche quelle della didattica in modo chiaro e le scuole dovrebbero essere quindi delle strutture con compiti di gestione e organizzativi ma non dello stesso tipo delle attuali facoltà. Immaginare delle Scuole con all’interno una moltitudine di corsi di laurea (si parla di un numero limitato di scuole, circa 5) implica che queste non avranno alcuna capacità reale di gestione della didattica che resterà più che altro in mano ai singoli corsi di laurea. Un punto a vantaggio delle strutture di raccordo è l’essere luogo di contatto per una definizione strategica della didattica a medio lungo termine, cosa che richiede comunque una discussione preventiva nei dipartimenti coinvolti che hanno quindi comunque responsabilità didattiche evidenti.

Le dimensioni normative della realtà giuridica [The Normative Dimensions of Legal Reality]

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Apr 062011
 

Il prof. Wojciech Zelaniec, professore di Filosofia sociale presso la Facoltà di Scienze sociali dell’Università di Danzica (Polonia), è attualmente Visiting Professor (long visit) di Filosofia del diritto presso il nostro Dipartimento, per svolgere una ricerca sul tema: Le dimensioni normative della realtà giuridica [The Normative Dimensions of Legal Reality].

La durata della Visiting Professorship del prof. Zelaniec è di tre mesi che verranno suddivisi in varie tranches dal 10 dicembre 2010 al 17 maggio 2011.

Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina web del prof. Wojciech Zelaniec al seguente indirizzo:

http://www.wnswz.strony.univ.gda.pl/

 

India e Giappone tra diritto tradizionale e diritto statale

 Convegni e seminari  Commenti disabilitati su India e Giappone tra diritto tradizionale e diritto statale
Apr 052011
 

Università degli Studi di Cagliari
Facoltà di Giurisprudenza
Cattedre di Sistemi giuridici comparati

Cattedre di Filosofia del diritto e Sociologia del diritto

 

India e Giappone tra diritto tradizionale e diritto statale

Martedì 05 aprile 2011, ore 10

Domenico Francavilla (Università di Torino)
Dharma e diritto statale nell’India contemporanea
– – –
Giorgio Fabio Colombo (Università Ca’ Foscari Venezia) La risoluzione delle controversie in Giappone tra mito e realtà

 

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