Visiting Professor – Edoardo Fittipaldi

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Mar 252011
 

Facoltà di Giurisprudenza

Dipartimento di Diritto pubblico e Studi sociali

Cattedre di Filosofia del diritto e di Sociologia del diritto

Martedì 22 marzo 2011, ore 16

Edoardo Fittipaldi

Ricercatore di Sociologia del diritto

nell’Università Statale di Milano

La dogmatica giuridica di Leon Petra?ycki

Aula Arcari

Viale Sant’Ignazio 86

Cagliari

Resoconto seduta del 15 marzo 2011

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Mar 182011
 

Cari tutti,

la commissione statuto si è riunita nuovamente il 15 marzo per una discussione generale sui temi del governo di ateneo (Rettore, SA e CdA) e sulla questione dei dipartimenti e delle strutture di raccordo. La seduta ha visto tutti i componenti della commissione esprimere diversi punti di vista e diverse criticità che ci aspettano nella definizione dei questi organi e strutture. Abbiamo anche fatto alcune osservazioni ulteriori nella bozza del titolo I (Principi Generali) dello statuto che potete trovare qui sul sito di UniCa. Ulteriori modifiche al testo sono ovviamente possibili se emergeranno delle criticità condivise da parte degli organi di governo attuali e da parte dell’ateneo in generale.

Per quanto riguarda la questione dipartimenti e strutture di raccordo, una delle criticità evidenziate riguarda le modalità di “adesione” dei dipartimenti alle scuole, e diverse persone, tra le quali i ricercatori, hanno proposto una “soglia minima” al di sotto della quale non ha senso che un dipartimento aderisca alla scuola. Si pensa qui a quelle discipline che hanno corsi di servizio un po’ dappertutto ma con un numero di crediti marginale rispetto al corso di studio. E’ chiaro che in questi casi la voce dei docenti coinvolti sarà presente nei consigli di corso ma non ha molto senso che una delegazione intera del dipartimento di afferenza di quel docente partecipi all’organo deliberante della struttura di raccordo. Ovviamente serve instaurare dei meccanismi che permettano di tener conto del carico didattico aggiuntivo dei dipartimenti che hanno al proprio interno le discipline di servizio al fine di poterne mantenere un organico adeguato alle esigenze dell’intero ateneo.

Alcuni punti rilevanti sono stati posti nella questione della definizione dei ruoli e delle competenze di rettore, senato e consiglio di amministrazione. Come ricercatori abbiamo proposto che se non è possibile rendere vincolanti i pareri del Senato per il CdA per quanto riguarda le questioni di didattica e di ricerca, di potrebbe rendere questi pareri obbligatori “favorevoli”, in modo da vincolare il CdA su questi temi. Sia il Rettore che i giuristi presenti hanno però fatto notare che anche in questo caso di prefigurerebbe una sorta di “dipendenza” del CdA dal SA che andrebbe contro lo “spirito della legge” . Il Prof. Sitzia ha tuttavia specificato che il parere obbligatorio non è, giuridicamente parlando, una mera espressione di opinione fine a sè stessa. Il CdA, per andare contro una decisione del SA dovrà argomentare in modo chiaro e completo, pena l’impugnabilità della decisione. Si è discusso quindi della possibilità per il SA di sfiduciare il CdA in certe condizioni. La questione, pur prevista dalla legge per quanto riguarda la figura del Rettore, presenta alcuni punti sui quali serve ragionare. Tra le soluzioni proposte c’è quella di prevedere statutariamente delle norme che prefigurino la decadenza automatica del CdA al verificarsi di alcune condizioni specifiche. In particolare, si può prevedere che il CdA decada in caso di suo mancato funzionamento (pensiamo per esempio alla mancata approvazione del bilancio, ma si possono prevedere anche altre ipotesi), ma anche al suo andare sistematicamente contro il parere del SA sulle questioni di didattica e di ricerca (ponendo per esempio un limite al numero di volte consecutive per le quali il CdA va contro il parere obbligatorio del SA).

Sempre a proposito di CdA si è parlato della sua composizione e l’orientamento generale sembrava d’accordo sul garantire che nella componente docente ci fosse la garanzia della presenza di voci provenienti dalle diverse anime dell’ateneo. E’ infatti chiaro che se quell’organo deve avere l’onere di decisioni di grande rilievo per il futuro dell’ateneo è indispensabile che al suo interno siano contenute non solamente le competenze richieste dalla legge ma anche la possibilità di esprimere le esigenze di componenti molto diverse tra loro per modalità e interessi di ricerca.

Un altro punto importante della discussione ha riguardato le modalità di elezione della componente docente del SA. C’è un generale accordo sul fatto che non sia costituita da tutti e soli i direttori di dipartimento, ma anche da una rappresentanza di tutti i docenti. A questo riguardo molti vorrebbero una rappresentanza delle scuole. Come ricercatori abbiamo espresso la nostra contrarietà, preferendo una rappresentanza eletta a collegio unico tra tutti i docenti dell’Ateneo. La voce  delle scuole sarebbe comunque presente grazie agli stessi direttori di  dipartimento, che partecipano agli organi deliberanti delle scuole, e agli  altri docenti eletti nell’organo.

Alla domanda specifica se per i dipartimenti di grosse dimensioni fosse possibile una sottoorganizzazione in sezioni il rettore ha dato parere positivo, e nella commissione nessuno ha sollevato obiezioni.

Entro domenica i componenti della commissione invieranno alla commissione ristretta che ha il compito di redigere materialmente i pezzi del nuovo statuto osservazioni e suggerimenti che siano aggiuntivi o chiarificatori di quanto detto in commissione riguardo a Rettore, Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione. Questo spazio di proposta è aperto a chiunque abbia proposte a riguardo.

Credo sia anche importante sottolineare che tutta la commissione ha in mente il problema del riequilibrio dei poteri tra CdA e SA e che quindi questo aspetto è ben presente nelle discussioni.

Martedì 22 marzo ci sarà la prossima riunione della commissione ristretta e la commissione plenaria si riunirà invece nuovamente martedì 29 marzo.

Cordialmente,

Guido Mula

Ciao mondo!!

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Mar 152011
 

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Resoconto seduta dell’8 marzo 2011

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Mar 092011
 

Cari tutti,

ecco il resoconto della seconda seduta della commissione statuto, che ha avuto luogo l’8 marzo 2011. All’attenzione della commissione c’erano le osservazioni dei vari componenti riguardo alla nuova stesura del titolo I dello statuto, quello che contiene i principi generali e l’inizio della discussione sulla struttura portante dell’università, ovvero il complesso problema degli organi di governo, dei dipartimenti e delle strutture di raccordo. La discussione è stata lunga e, personalmente, la ho trovata abbastanza faticosa per la difficoltà riscontrata da molti nel trovare uno spazio adeguato per esporre le proprie idee.

Il titolo I, se da un lato non contiene aspetti critici di dettaglio, dall’altro contiene principi fondanti dell’Università. A seguito delle osservazioni poste durante la seduta, senza fare la cronistoria di tutta la discussione, sul testo del Titolo 1 sono state raggiunte le conclusioni, peraltro sempre modificabili se del caso, che metto in coda a questo messaggio. Non ho riportato il testo per intero ma solo il contenuto delle varie parti, con un commento delle discussioni di maggior rilievo o sulle quali si è discusso più a lungo.

Dopo la discussione sul primo punto il Rettore è passato all’illustrazione del modello di università che ha in mente. Subito dopo è cominciato il dibattito all’interno della commissione. I problemi che sono stati posti all’attenzione del rettore sono numerosi, perché la definizione della struttura dei dipartimenti e delle scuole, nonché delle funzioni e attribuzioni a ciascuna delle strutture è chiaramente una decisione che presuppone la soluzione di tutta una serie di punti nodali, tra i quali, per esempio, il rapporto tra i dipartimenti e le strutture di raccordo o la rappresentanza dei dipartimenti nell’organo di governo delle facoltà. I nostri settori disciplinari non hanno sempre numerosità compatibili con la numerologia ministeriale e la logica di accorpamento/ricostruzione/definizione dei nuovi dipartimenti è estremamente complessa. Serve salvaguardare i gruppi piccoli all’interno di dipartimenti grandi e creare un sistema che permetta di ottimizzare la funzionalità delle strutture portando a un miglioramento dei risultati di ricerca e didattica. Serve creare un circolo virtuoso che parta da una visione di lungo respiro condivisa che rispetti la libertà dei singoli ma che nel contempo indichi una rotta di indirizzi strategici prioritari strutturati in modo razionale e prospettico. La discussione, ovviamente incompleta, verrà ripresa nella prossima seduta.

Dopo ripetute richieste da parte di una larga maggioranza della commissione il rettore ha accettato di aumentare la frequenza delle riunioni, per cui la prossima sarà non fra due martedì ma il 15 marzo.

Cordialmente,

Guido Mula

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TITOLO I   nuovo statuto

Articolo 1 (Finalità istituzionali)

Il comma 1 è stato modificato in un singolo periodo (diversamente anche dallo statuto attuale) insieme a quello che era il secondo comma al fine di avere insieme le caratteristiche fondanti dell’università, dall’essere un’istituzione pubblica all’essere sede primaria di libera ricerca e alta formazione. Sul comma 2, che riguarda l’azienda ospedaliero universitaria, sono state apportate alcune variazioni ma si è deciso di rimandare la discussione sul punto al dopo l’approvazione della riforma a livello regionale. Il comma 3 parla dell’autonomia in attuazione della costituzione. Il comma 4 parla della non discriminazione e della promozione del merito, delle professionalità e delle competenze dell’ateneo, del pluralismo delle idee.

Articolo 2 (Autonomia)

Il comma 1 ribadisce l’autonomia nell’ambito della legislazione vigente. Il comma 2 parla dell’adozione di regolamenti necessari o utili per il funzionamento dell’università.

Articolo 3 (Principi)

Il comma 1 riprende l’articolato di legge  sui principi di semplificazione, efficienza, efficacia etc. Si parla poi di trasparenza delle informazioni e dei processi, punto che ritengo personalmente fondamentale per parlare poi di trasparenza in tutte le fasi, comprese quelle redazionali, di regolamenti e di ogni altro provvedimento che abbia influenza sulla vita dell’ateneo, dai regolamenti attuativi in giù. Abbiamo fatto aggiungere che anche l’organizzazione delle strutture decentrate per la didattica e la ricerca avverrà nel rispetto delle libertà di ricerca e insegnamento. Il comma 2 parla della partecipazione democratica ai processi decisionali, il comma 3 del rispetto della libertà di insegnamento nei regolamenti per la didattica e il comma 4 fa lo stesso per la ricerca.

Il comma 5 parla di valorizzazione di qualità e merito in tutti gli ambiti, il comma 6 dell’equilibrio funzionale tra organi centrali e strutture decentrate, il comma 7 del favorire attività culturali, sportive etc.

Il comma 8 dice che per ottimizzare il proprio funzionamento l’ateneo ricorre alla logica della programmazione anche pluriennale. Su questo punto c’è stata una discussione abbastanza lunga. La posizione del Rettore è che gli indirizzi strategici dell’ateneo sono contenuti nella parola programmazione e che quindi non serve modificare ulteriormente questo comma. Il punto da me sollevato nella discussione riguarda il fatto che l’ateneo non può continuare a navigare a vista e che è indispensabile che l’ateneo guardi lontano (anche dieci anni, non solo un corto triennio) per orientare le proprie scelte strategiche con una prospettiva sufficientemente ampia. L’idea dietro questo concetto non è quella del dirigismo ma, al contrario, quella del rendere trasparente la ragione di scelte difficili che in questo periodo saranno sempre più all’ordine del giorno. I problemi che avremo di fronte nei prossimi anni a seguito delle politiche irrazionali e irragionevoli in particolare del governo in carica saranno gravissimi: corsi di laurea che dovranno probabilmente chiudere, professori e ricercatori il cui numero scenderà in picchiata lasciando buchi molto difficili da coprire per i pochi posti disponibili in ingresso, posto che si possa davvero assumere. La previsione di un piano strategico, che faccia una programmazione di ampio respiro a lungo termine, è essenziale per prendere delle decisioni a ragion veduta e non sempre nell’emergenza o dettate da logiche dell’immediato senza un quadro d’insieme nel quale muoversi. Decisioni apparentemente ottime nell’immediato non sono necessariamente tali guardando più lontano. Questo argomento incontra purtroppo una significativa difficoltà nell’essere introdotto, tanto che il comma contiene ancora la logica della programmazione “anche” pluriennale.

Articolo 4 (Rapporti con l’esterno)

Il comma 1 parla della valorizzazione dei risultati della ricerca, il  comma 2 del fatto che l’ateneo favorisce le iniziative di cooperazione interuniversitaria per studio, didattica, ricerca e rafforzamento dell’internazionalizzazione. Il comma 3 dice che “L’università concorre a realizzare un sistema universitario regionale competitivo e di qualità, anche in considerazione di possibili opzioni federative e convenzionali consentite dalla legge”. Noi abbiamo suggerito di togliere il riferimento alle federazioni, e l’argomento che ci ha convinto a lasciarlo, a parte il fatto che comunque il richiamo è piuttosto blando, è che non citarlo equivale a rendere necessaria una modifica di statuto nel caso in cui in un futuro si decidesse di accedere a tale scelta, nel caso della scrittura attuale no. Su suggerimento degli studenti è stato aggiunto un pezzo di frase che dice che l’Università opera per rimuvere gli ostacoli legati alla sua collocazione insulare.

Il comma 4 parla della collaborazione con la regione per lo sviluppo del territorio, il comma 5 della possible partecipazione dell’ateneo a società di capitali etc nel conseguimento dei propri fini istituzionali.

Articolo 5 (diritto allo studio)

Il comma 1 introduce il concetto che l’università riconosce e concorre a garantire il diritto allo studio, mentre il comma 2 parla di una collaborazione con la regione per questi scopi, indicando anche che l’università si organizza in modo da assicurare al meglio il successo formativo degli studenti.  Sul comma 1 c’è stata un po’ di discussione sul come definire gli studenti ai quali è garantito il diritto allo studio (tutti, ovviamente, ma si poneva la questione del come descrivere il problema di coloro che sono privi di mezzi). La dicitura finale è (se ho interpretato correttamente) che: l’università concorre a garantire il diritto allo studio agli studenti agevolando i capaci e meritevoli. In questa dicitura studenti senza aggettivi ricopre la totalità del corpo studentesco, giustamente, e il riferimento ai meritevoli comprende chi ha diritto ad un aiuto particolare a causa della mancanza di mezzi.

Il comma 4 parla delle persone diversamente abili, mentre il comma 5 parla della fruizione di spazi e attrezzature per studio e diritto di assemblea.

Articolo 6 (ricerca scientifica)

Il comma 1 dice che l’Università favorisce e sostiene l’accesso ai fondi di ricerca e promuove la partecipazione ai programmi di ricerca dei propri componenti. Abbiamo fatto eliminare la dicitura “nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio” per evidenziare che il supporto alla ricerca non è solamente di tipo economico.

Il comma 2 parla del merito valorizzato mediante riscontri nell’assegnazione delle risorse, mentre il comma 3 dice che l’università assicura la fruzione di infrastrutture e dei periodi di sola ricerca (come gli anni sabbatici).

Il comma 4 parla della ricerca di base come attività fondante dell’università e del fatto che l’università individuerà specifici finanziamenti in proposito. Il comma 5 parla della ricerca finalizzata e della valorizzazione imprenditoriale dei risultati della ricerca.

Articolo 7 (Istruzione e formazione)

Il comma 1 dice che l’Università rilascia i titoli di studio a seguito della formazione, il comma 2 parla del tutorato e del fatto che l’università favorisce i corsi di orientamento e riallineamento nonché le attività destinate all’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro.

Il comma 3 parla della formazione del personale e il comma 4 di attività di formazione anche dirette all’esterno. Il comma 5 parla di borse di dottorato. Qui ho sottolineato il problema posto dall’abrogazione nella legge 240/10 della norma che garantiva la copertura con borsa di almeno il 50% dei posti di dottorato e mi è stato detto che la dicitura del testo assicura l’intenzione dell’Università del coprire con borse il massimo possibile di posti. La dicitura attuale del comma è: l’Università istituisce, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, a favore di giovani laureati, contratti di formazione e borse di studio per la frequenza di corsi di perfezionamento anche all’estero. Istituisce le borse di studio necessarie per i corsi di dottorato.

Articolo 8 (servizi)

Il comma 1 parla di servizi di consulenza e conto terzi, mentre il comma 2 parla delle convenzioni che possono essere stipulate dall’azienda ospedaliero universitaria per garantire ai docenti in ruolo le attività integrate assistenziali, didattiche e di ricerca.

*********

Il comma 4 del vecchio articolo 5 (statuto attuale) viene spostato in un altra parte dello statuto, insieme all’articolo 9 (Patrimonio)  e all’articolo 10 (risorse finanziarie).

LA PSICOLOGIA GIURIDICA TRA NEURONI, EMOZIONI E MEDIA DIGITALI

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Mar 092011
 

Il Master Biennale in Psicologia giuridica e criminologia organizza un ciclo di tre workshop sul tema:

LA PSICOLOGIA GIURIDICA TRA NEURONI, EMOZIONI E  MEDIA DIGITALI

GIUSEPPE SARTORI (Professore Ordinario di Neuroscienze Cognitive e di Neuropsicologia Clinica, Direttore del Master in Psicopatologia e Neuropsicologia Forense, Università degli Studi di Padova)

 NUOVE APPLICAZIONI NELL’AMBITO DELLA PSICOPATOLOGIA E NEUROPSICOLOGIA FORENSE

11 marzo 2011 ore 10.00 – 18.00 aula 4B – Dipartimento di Psicologia, Via Is Mirrionis 1, Cagliari

 

CARLO GALIMBERTI (Professore Ordinario di Psicologia Sociale, Direttore del Centro studi e ricerche di psicologia della comunicazione, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano )

 SEGUI IL CONIGLIO BIANCO. SÉ, IDENTITÀ E SOGGETTIVITÀ NELLE INTERAZIONI RESE POSSIBILI DAI MEDIA DIGITALI

02 aprile 2011 ore 10.00 – 18.00 aula 4B – Dipartimento di Psicologia, Via Is Mirrionis 1, Cagliari

 

MARIA ANTONIETTA CURCI (Professore Associato in Psicologia Generale, Direttore del Master in Psicologia Giuridica,  Università degli Studi di Bari).

 INTELLIGENZA EMOTIVA NEL LAVORO PSICOLOGICO E GIUDIZIARIO

15 aprile 2011 ore 10.00 – 18.00 aula 1B – Dipartimento di Psicologia, Via Is Mirrionis 1, Cagliari

Locandina Sartori-Galimberti-Curci

Scheda di iscrizione Sartori – Galimberti-Curci

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