Day 19:33

  • Le qualità del singolo, le fondamenta di un’organizzazione

    (commento alle votazioni del personale ATA)

    Giorgio Mancosu*

    Tra i molteplici spunti di riflessione suggeriti dalla lettura dei risultati delle ultime votazioni in Ateneo (vedi: CdASenato), ce n’è uno che vorrei brevemente sviluppare.

    Il consenso dei votanti ha ampiamente premiato i candidati proposti dalle organizzazioni sindacali, ma un numero considerevole di voti è andato anche ai “battitori liberi” per il Consiglio di Amministrazione: Soru e Nuvoli (rispettivamente: 71 e 66 voti, per un totale di 137 – 135 voti sono stati bastati al terzo classificato, Maullu, per entrare in CdA).
    Un’altra rivelazione di questa tornata elettorale è stato il collega Salvatore Passiu. Proposto dalla UIL, Passiu (32 anni) è un volto nuovo nel panorama sindacale di Ateneo, ma questo non ha impedito a 106 persone di ritenerlo un valido Senatore Accademico.

    Se è vero che nel complesso il sistema sindacale ha tenuto, il consenso accordato a colleghi non legati a sigle sindacali rappresenta un dato non trascurabile.
    Da un po’ di tempo a questa parte è facile percepire un distacco crescente dei lavoratori dalle logiche e dagli apparati sindacali. La sfiducia nelle OO.SS., o nei loro esponenti di spicco, ha indotto molti elettori a credere nel voto dato al singolo, che meno danni si ritiene possa fare di quelli prodotti negli anni da tanti sindacalisti legati ai “potenti” di turno.

    Ma i segnali incoraggianti non sono mancati.
    Inaspettato, infatti, è stato il risultato ottenuto dal candidato UIL Passiu.
    Sebbene non siano bastati per entrare in Senato, i voti ricevuti dal collega Passiu ci lasciano un insegnamento importante: quando le qualità del singolo sono investite in una dimensione collettiva e organizzata, da impulso egoistico si trasformano nelle fondamenta di un sindacato in cui i lavoratori si riconoscono.

    Forse, è proprio da qui che è necessario ripartire: il sindacato come strumento capace di convogliare le energie dei singoli e metterle a disposizione di un progetto comune, che offra occasioni di tutela e di crescita soprattutto ai più deboli.

    *articolo pubblicato anche sul sito Multiversitas.it

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