Luisa Orrù

 

Luisa Orrù (Quartucciu 1944-1998) dopo il liceo classico si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Cagliari, dove si laurea nel 1969 con una tesi in Linguistica sarda.

La sua vita professionale inizia con l’insegnamento nella scuola media inferiore, ma l’interesse per la storia e la cultura della Sardegna la spinge a frequentare la Scuola di Specializzazione in Studi Sardi.

Nel 1974, in seguito a concorso, diventa assistente della cattedra di Storia delle Tradizione Popolari della Facoltà di Lettere dell’Università di Cagliari di cui era professore ordinario Enrica Delitala, da tempo impegnata nell’opera di documentazione sistematica del folclore sardo attraverso inchieste sul campo e la realizzazione dell’Atlante Demologico Sardo. Luisa Orrù, inserita nelle attività della cattedra, approfondisce la preparazione teorica e metodologica e amplia i suoi interessi in diversi campi di ricerca. Inizia in quegli anni il lavoro di ordinamento e repertorializzazione dei dati sul Carnevale in Sardegna che pubblicherà come saggi di repertorio (1977-78, 1980-81, 1981, 1982-83a, b).

Matura interessi specifici per le fonti orali e le fonti biografiche e partecipa a un gruppo di studio e di ricerca promosso dall’Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia finalizzato alla raccolta di testimonianze e storie di vita di reduci della prima guerra mondiale del Campidano di Cagliari.

In Toscana collabora alla raccolta di fonti biografiche sulla condizione della donna, con un gruppo di lavoro a carattere nazionale e interdisciplinare, coordinato da Pietro Clemente.

Alla fine degli anni Settanta realizza a San Sperate diverse inchieste in cui esplora il tema dell’estetica popolare soffermandosi sul ruolo creativo e artistico della donna nella Sardegna tradizionale (1979, 1982).

L’analisi dei dati esistenti sulla medicina popolare in Sardegna le rivela una carenza di documentazione e uno scarso interesse per i suoi aspetti empirici, che mette in relazione con il disinteresse delle fonti edite per il lavoro della donna nella società agro-pastorale sarda e per il ruolo da questa ricoperto nella storia della difesa della salute (1978, 1980).

Nel 1982 inizia la rilevazione di testimonianze orali di donne madri, levatrici empiriche e ostetriche, con l’obiettivo di produrre documenti sul tema del ciclo riproduttivo tradizionale attraverso il vissuto delle protagoniste. La preparazione dei materiali di lavoro, la stesura dei questionari, la riflessione sui problemi insiti in rilevazioni così specifiche dell’ambito medico vedono la fattiva collaborazione della amica ginecologa Luciana Serventi (1984-86, 1986, 1988).

Diventa professore associato di Antropologia Culturale nell’anno accademico 1986-87 e per alcuni anni ricopre per supplenza anche l’insegnamento di Storia delle religioni.

Dall’attività didattica e scientifica emergono i temi che le erano congeniali e che affrontava con passione e rigore: nell’ambito dell’antropologia medica quelli legati a parto e nascita, alla medicina popolare, al rapporto tra empiria e magia, al concetto d’igiene e all’opposizione sporco pulito, nell’ambito metodologico quelli legati alla produzione delle fonti orali e alla loro archiviazione.

Dal 1988 Luisa Orrù coordina i rilevamenti per una ricerca sulle medicina popolare nel Sulcis con lo scopo di indagare credenze, conoscenze, manipolazione e uso medicamentoso delle piante. Questo progetto vede coinvolti un gruppo di studiosi di diverse discipline (scienze biologiche e naturali, sociologia) che nel 1994 porta a termine un’opera collettiva dove si raccolgono i primi risultati sulla persistenza di pratiche empiriche che vedono le piante spontanee come elementi essenziali nelle terapie popolari (1993, 1994a).

Negli stessi anni effettua una sintesi degli aspetti rilevanti del modo di vivere il carnevale nell’isola, (1989) e affronta il tema dell’immaginario in due saggi in cui analizza i modi “altri” di usare e sentire pani, grani, farine in particolari contesti e cerimonie (1990) e i modi in cui vengono vissute e motivate dalla puerpera e dal gruppo che l’assiste alcune credenze legate al parto e alla nascita (1991).

Dalla predilezione per ricerche interdisciplinari che vedono l’apporto teorico di altre esperienze professionali nasce, sempre nel 1994, un testo che traccia la storia dell’assistenza al parto in Sardegna dalla fine del ‘700 ai nostri giorni, realizzato utilizzando fonti orali e fonti d’archivio – non a caso chiese la collaborazione di alcune archiviste – e dove diede spazio anche ad una giovane laureata (1994b).

Dal 1994 è socia della Società Italiana di Antropologia Medica. Dal 1995 al 1997 è membro, con Giulio Angioni e Giovanni Lilliu, del Comitato tecnico scientifico dell’ISRE.

Dal 1995, benché colpita da una grave malattia, continua la sua attività di studiosa e di ricercatrice coordinando ulteriori ricerche sull’Antropologia Medica.
Riprende, inoltre, i materiali già pubblicati sul carnevale per unirli in un testo in cui …si vuol stare ben ancorati alla storia e questo intento è perseguito trattando e presentando in modo particolare la documentazione che abbiamo avuto modo di reperire e studiare su alcuni aspetti altamente significativi del carnevale sardo tradizionale…
Il volume, con un contributo di Marcello Marras, viene pubblicato postumo a cura di Fulvia Putzolu e Teresa Usala (1999).

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