• Nemmeno un euro – continua il teatrino della valutazione

    Oggi il nostro direttore amministrativo comunica al popolo dei valutati e dei valutatori l’avvio del nuovissimo sistema di valutazione.
    I più attenti avranno notato che il sistema di valutazione è, ed è sempre stato, contrario alla legge ed allo stesso regolamento di Ateneo sulla valutazione, secondo cui: la valutazione è compito esclusivo (non delegabile, ad es., nemmeno ad un EP) del dirigente. Al punto che l’omessa valutazione da parte del dirigente è fonte di responsabilità disciplinare dello stesso. Quindi, nessun direttore di dipartimento o preside (nè, tantomeno, il rettore) può svolgere le funzioni di valutatore, semplicemente perchè non ha la responsabilità della gestione del personale contrattualizzato.
    Ma lasciamo perdere le “sofisticazioni” giuridiche…Non si può pretendere troppo dai vertici amministrativi del nostro Ateneo.
    La cosa più (tragi)comica è la partenza in Pompa Magna dei gravosi adempimenti della valutazione 2011, a fronte dell’assoluta incertezza sugli esiti della valutazione 2010. Ieri il Direttore Amministrativo ci ha comunicato che cinque direzioni non avevano ancora completato la valutazione 2010. Aggiungiamoci i tempi dei ricorsi…Insomma, la portentosa macchina della valutazione arriverà al capolinea (chissà in quali condizioni) non prima di giugno 2011.
    La gestione di un processo così delicato, qual’è la valutazione, continua ad essere superficiale e sconsiderata. Il personale non ne trae beneficio alcuno; la qualità dell’azione amministrativa non ne trae beneficio alcuno. A chi fa gioco tutto questo ? Noi un’idea ce l’abbiamo !
    Sulla valutazione 2010 non ci resterà che sostenere i ricorsi dei tanti colleghi ai quali si vuole imporre un sacrificio economico ingiustificato.
    Sulla valutazione 2011 è ancora più semplice: se farsa deve essere, tanto vale non destinarci nemmeno un euro del ridottissimo salario accessorio.
    Cagliari, 15 aprile 2011
    Il Segretario UIL di Ateneo
    Giorgio Mancosu
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  • Intervista al Segretario Generale Alberto Civica su Riforma Brunetta e legge Tremonti

    [flv]http://www.uilunicz.it/archivio_2011/2011.01.20_Intervista_Civica_Tele_Reggio_News.flv[/flv]

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  • FORMAZIONE 2011: le proposte UIL

    Art. 4 comma 2 lett. e) CCNL Università
    “Linee di indirizzo e programmazione generale per la formazione”

    · In conformità a quanto previsto dall’art. 54 CCNL Università, tutti i corsi di formazione dovranno prevedere una verifica finale, con rilascio di crediti formativi “validi in tutto il comparto, valutabili ai fini dei passaggi dei dipendenti all’interno delle categorie da una posizione economica all’altra e della progressione verticale” ;

    · a ciascun lavoratore deve essere data l’opportunità di partecipare almeno ad un corso di formazione all’anno;

    · per un monitoraggio più completo degli interventi formativi realizzati, diffusione, per ciascun corso di formazione, dei seguenti dati: descrizione del corso, costo presunto, docente, numero partecipanti potenziali (dati da esplicitare nel piano annuale o da rendere noti prima dell’attivazione del corso); numero partecipanti effettivi, numero partecipanti che hanno superato la verifica finale, numero partecipanti che non hanno superato la verifica finale – per ciascun partecipante: categoria, area e struttura di appartenenza – (dati da comunicare a consuntivo);

    · pubblicazione sul sito UNICA.IT del calendario annuale dei corsi di formazione, con descrizione del corso, dell’utenza potenziale e delle modalità di adesione;

    · pubblicazione sulla rete INTRANET: di tutto il materiale didattico dei corsi di formazione e delle relazioni redatte a fine corso dai fruitori della formazione esterna;

    ·eccezionalmente e in considerazione del dimezzamento delle risorse destinate alla formazione (ex L.122/2010), destinazione alla “formazione interna” di tutte le risorse disponibili;

    · destinazione di una percentuale minima di posti per ciascun corso a lavoratori che, pur appartenendo ad un’area diversa da quella cui il corso è destinato, manifestino interesse al cambio d’area;

    · affidamento dell’incarico di docente o tutor nei corsi di formazione a personale interno all’Ateneo (docente e TA) iscritto in apposito albo, pubblicato sul sito UNICA.IT; ricorso a personale esterno solo in caso di assoluta ed oggettiva impossibilità di ricorrere a personale interno; predisposizione di apposito albo formatori esterni (pubblicato sul sito UNICA.IT), al quale possono iscriversi soggetti dotati di una qualificata e certificata preparazione in uno specifico ambito disciplinare;

    · pubblicazione nel sito UNICA.IT ,e periodica pubblicizzazione nella posta interna di Ateneo, della rete dei referenti per la formazione.

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  • Quei “MARZIANI” della CGIL

    Abbiamo letto con sconcerto i comunicati della FLC CGIL in merito alla recente intesa del 4 febbraio 2011 sul pubblico impiego. Oltre ai toni, decisamente irricevibili, appare singolare la scelta di esprimere giudizi a dispetto dei contenuti effettivi del testo e della stessa realtà.

    Ricordiamo che l’intesa rivede due aspetti rilevanti della riforma Brunetta:

    • impossibilità di diminuire le retribuzioni complessive dei dipendenti pubblici, anche per la parte accessoria, attraverso l’applicazione della “performance”, che prevedeva le fasce 25% – 50% – 25%;
    • – finanziamento della performance con utilizzo di risorse aggiuntive (diverse dal salario accessorio già percepito), derivanti da economie e/o risparmi restituiti dagli enti al Governo e da esso ridistribuite (c.d dividendo dell’efficienza ex DL 122/08, convertito dalla L. 133/08).

    Con questa intesa vengono quindi raggiunti obiettivi per i quali la UIL RUA, criticando la demagogia brunettiana dei fannulloni, si è molto battuta a livello nazionale ed in tutte le sedi locali: la tutela del salario, l’annullamento delle fasce premiali, la necessità di non toccare il salario accessorio per incentivi premiali – da finanziare eventualmente con risorse aggiuntive. Tutti i lavoratori conoscono queste posizioni UIL, rappresentate nelle assemblee in tutta Italia: solo alcuni, malati di “settarismo a prescindere”, possono negarle sminuendo il valore dell’intesa.

    Contrariamente a quanto scrive la CGIL, la rilevanza dell’intesa è evidente soprattutto alla luce di quanto sta accadendo negli Atenei e negli EPR. Alcune Università stanno già predisponendo ipotesi di accordo con le quali intendono ridurre le voci fisse, generalizzate e ricorrenti del salario accessorio per finanziare la valutazione e la perfomance. In queste sedi la UIL RUA non intende sottoscrivere accordi penalizzanti e, a differenza di altri sindacati (molto rigorosi solo a parole), ha abbandonato i tavoli di contrattazione, come già avvenuto in ASI. Sono a verbale degli accordi (vedi Roma Tre) i rilievi sollevati dalla UIL in materia di performance”, che riassumono posizioni oggi confermate e rafforzate proprio dall’intesa.

    La posizione assunta oggi dalla CGIL ci renderà molto attenti a quanto avverrà nelle contrattazioni locali, nelle quali ci aspettiamo posizioni coerenti con quanto proclamato sul piano politico generale. Perfino auspichiamo l’avvio condiviso di ricorsi ex art. 28 per attività antisindacale contro  le Amministrazioni che intendano intaccare il salario accessorio dei lavoratori.

    In caso contrario, verrebbe da pensare che alcuni vivano su Marte, lontani anni luce da quanto sottoscrive il proprio sindacato “terrestre”, che ha spesso imprevedibilmente mostrato una perfetta sintonia con la controparte a livello locale, firmando accordi da noi non sottoscritti. Invitiamo pertanto ad un uso più prudente della logica del “chi firma fa da stampella”, visto che in alcuni casi, come nell’Università di Bologna, è stata la CGIL a firmare da sola: anche qui si è trattato di “stampelle”, magari in favore di qualche Rettore ex sindacalista?

    Non pensiamo che si debba essere dotati di chissà quale intelligenza per sapere che i settori Ricerca, Università ed AFAM hanno gravi problemi, da tempo in attesa di risposte dal Governo e dalla classe politica. Altrettanto semplicemente ci sembra sbagliato sminuire il raggiungimento di risultati, sia pur parziali, a seguito dell’intesa.

    E ancora per precisare sul comunicato CGIL: il precariato. Occorre riavviare un’azione diretta a salvaguardare occupazione e competenze nei settori Ricerca, Università ed AFAM, definendo insieme ai lavoratori proposte su cui possano confrontarsi OO.SS. e forze politiche, partendo da posizioni coerenti come quelle che la UIL ha sempre sostenuto in questi anni.

    Intanto, con l’intesa si è evitato che anche sulla parte più debole del personale si abbattesse la mannaia della riduzione del salario complessivo. Sul piano sindacale, negare lo scampato rischio sulla “performance” non risolve certo il problema dell’occupazione stabile, né recupera il blocco dei contratti!

    Sulle RSU: la UIL RUA è sempre stata disponibile ad andare al voto, purché fossero mantenuti gli attuali comparti contrattuali. Non siamo invece disposti a votare in comparti di contrattazione che eliminano le specificità di Ricerca, Università ed AFAM, assecondando le volontà espresse – per legge – dal ministro Brunetta. Le altre forze sindacali, tra cui c’è chi parla di “emergenza democratica”, sono dello stesso nostro parere? Ovvero, intendono accettare lo schema dei quattro comparti di Brunetta e quindi, pur di votare per le RSU, fare piazza pulita del CCNL?

    Su questo invitiamo a riflettere, senza mai perdere di vista le questioni di merito ed i reali interessi dei lavoratori: cose ben diverse dalle logiche interne ad un sindacato che ha già scelto di unificare, come organizzazione, i nostri settori con la Scuola.

    La Segreteria Nazionale

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  • La furia di Ichino conferma la bontà dell’accordo

    Riportiamo integralmente la lettera pubblicata sul Corriere della Sera del 7 febbraio 2011 dal Senatore del PD Pietro Ichino


    TRADUZIONE DAL BURO-SINDACALESE IN ITALIANO DELL’ATTO DI CAPITOLAZIONE DEL MINISTRO NEI CONFRONTI DEI SINDACATI DELLA FUNZIONE PUBBLICA

    Caro Direttore, venerdì scorso il governo ha firmato con Cisl, Uil e Ugl una Intesa che sostanzialmente azzera la riforma Brunetta delle amministrazioni. Se nell’estate scorsa Tremonti aveva abolito la “carota” prevista in quella riforma, cioè i premi per i dipendenti pubblici più meritevoli, ora questa Intesa abolisce il “bastone”: in sostanza garantisce che a nessuno, per quanto inefficiente, verrà tolto un solo euro del “salario accessorio” percepito nel 2010. Per spiegare il contenuto effettivo di questo accordo, ne propongo una traduzione dal buro-sindacalese in italiano.

    Intesa 4 febbraio 2011: Fermi tutti, abbiamo scherzato!

    1. – Le Parti, sostituendo questo accordo agli atti di un legislatore velleitario e di un Governo inconcludente, si danno reciprocamente atto che la riforma delle amministrazioni pubbliche recata dal decreto legislativo n. 150/2009 deve considerarsi come mai emanata. In particolare, ogni funzione di valutazione della performance delle amministrazioni attribuita a organi indipendenti deve intendersi avocata a sé dalle Parti stesse, nello spirito del Memorandum Governo-sindacati 23 gennaio 2007. Tutte le invettive pronunciate dal ministro Brunetta contro il detto Memorandum nel corso degli ultimi due anni e mezzo devono intendersi revocate, con formali scuse all’ex-ministro Nicolais.

    2. – Le parti convengono, in particolare, che deve considerarsi abrogato l’articolo 19 del decreto legislativo n. 150/2009: conseguentemente, in tutte le circolari e documenti emanati dal settembre 2009 in poi dal ministero della Funzione pubblica, la frase “mai più un solo centesimo di salario accessorio verrà erogato al dipendente inefficiente” e ogni frase che dica una cosa simile devono intendersi sostituite dalla seguente: “il ministro riconosce di essere incapace di differenziare il trattamento dei dipendenti pubblici in base alla rispettiva performance individuale e pertanto garantisce a ciascuno di essi che, anche se lavorerà malissimo e qualunque nefandezza commetta, non potrà percepire meno di quanto ha percepito nel 2010, a titolo sia di stipendio sia di cosiddetto ‘salario accessorio'”. Siamo tutti bravi, altro che fannulloni!

    3. – Al ministro della Funzione pubblica sarà ancora consentito – purché soltanto per ragioni propagandistiche – sostenere nelle trasmissioni radiofoniche e televisive, o nelle interviste a quotidiani e settimanali, che al 25% di dipendenti più meritevoli verranno destinati premi finanziati con le “risorse aggiuntive”. Le Parti, tuttavia, si danno reciprocamente atto che, stanti i vincoli posti con il d.lgs. n. 78/2010 (i “tagli lineari” del ministro Tremonti per la “stabilizzazione finanziaria”), nessuna amministrazione potrà incrementare il fondo del salario accessorio con risorse aggiuntive; conseguentemente è garantito il ritorno a un trattamento rigorosamente egualitario, secondo la buona prassi consolidata prima del decreto n. 150/2009.

    4. – Le Parti convengono che devono considerarsi abrogate tutte le disposizioni nelle quali compaia il riferimento a organi indipendenti di valutazione della performance delle amministrazioni: ritorna in vigore la disposizione contenuta nel Memorandum Governo-sindacati 23 gennaio 2007, che prevedeva l’affidamento della funzione di valutazione a commissioni paritetiche, costituite da rappresentanti delle amministrazioni oggetto di controllo e da rappresentanti sindacali dei dipendenti delle amministrazioni medesime.

    5. – Il Governo s’impegna a impartire all’Aran entro 15 giorni istruzioni affinché l’Agenzia stessa adegui il proprio operato alle disposizioni della presente Intesa e, in particolare, adegui i contenuti della contrattazione collettiva di livello nazionale ai criteri che hanno ispirato la contrattazione integrativa in tutto il periodo precedente al decreto n. 150/2009. Il ministro della Funzione pubblica ritira tutte le critiche ingiustamente rivolte a quella felice stagione della contrattazione collettiva del settore pubblico e si impegna, in generale, a non parlar più del sindacato del settore dell’impiego pubblico, se non in termini elogiativi.

    Dichiarazione a verbale – La Cgil-Funzione pubblica si astiene dal sottoscrivere la presente Intesa non perché sottovaluti il positivo rilievo dell’azzeramento delle perniciose velleità del ministro Brunetta in materia di valutazione della performance di struttura e individuale, ma perché dissente dalla sostanziale assoluzione che con l’Intesa stessa gli viene accordata dalle Organizzazioni sindacali firmatarie: compito di ogni sindacato degno di questo nome è battersi fino all’ultimo sangue contro tutti i Governi di centrodestra e rifiutare di contribuire a qualsiasi accordo con essi, quale che ne sia il contenuto.

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