Il laboratorio 2017/2018
Il laboratorio
fuori luogo: ripensare gli spazi dell’Istituto Penitenziario per Minori di Quartucciu insieme ai suoi abitanti
Obiettivi formativi
In continuità con l’esperienza dell’AA 2016/2017 e in attuazione della Convenzione per la realizzazione di attività didattiche e di ricerca, sottoscritta dal Dipartimento di Ingegneria civile, Ambientale e Architettura dell’Università degli Studi di Cagliari e il Centro per la Giustizia Minorile per la Sardegna, il laboratorio, denominato “fuori luogo: ripensare gli spazi dell’Istituto Penitenziario per Minori di Quartucciu insieme ai suoi abitanti”, ripropone il tema degli spazi dell’esecuzione penale.
La proposta didattica assume lo spazio della reclusione, come campo di indagine e azione per mettere a fuoco la relazione tra configurazione dello spazio e natura delle relazioni. L’esito progettuale finale consiste nel dare forma concreta alla funzione costituzionale della pena[1], per superare il modello del carcere come Istituzione di contenimento, dal carattere fortemente segregante e migliorare la qualità della vita dei detenuti e degli operatori penitenziari, compatibilmente con le esigenze e i mandati della area Sicurezza e della Direzione[2].
L’approccio progettuale proposto è teso a stimolare diverse competenze (compositive, grafiche, logiche, comunicative, operative “manuali) e sarà alimentato dal confronto con soggetti esterni (seminari) e tra studenti e docenti. Il coinvolgimento dei detenuti e degli operatori penitenziari, nel percorso di riorganizzazione funzionale degli spazi dell’IPM, costituisce un’esperienza di progettazione partecipata (Community Centered Design -CCD).
Sarà dato particolare valore all’acquisizione della capacità di rappresentare e comunicare efficacemente le scelte progettuali alle diverse scale.
[1] L’articolo 27 della Costituzione enuncia “Le pene (…) devono tendere alla rieducazione del condannato”, sancendo il principio del finalismo rieducativo della pena e postulando il graduale reinserimento del condannato nella collettività dalla quale si ਠestraniato.
[2] Una delle questioni emerse nell’ambito degli stati Generali ha riguardato la esigenza che i luoghi della detenzione debbano tornare a pieno diritto a essere tema di elaborazione disciplinare specifica da parte del mondo della progettazione architettonica e non pi๠appannaggio esclusivo degli Uffici Tecnici competenti.