Progetto 7 – Rapporti tra la Sardegna e il Piemonte nel Settecento
Rapporti tra la Sardegna e il Piemonte nel Settecento
Archivio di Stato di Torino, Fondo Paesi Sardegna
Direttore della ricerca: dott. Stefano Pira
Collaboratore: dott. Giampaolo Salice
Presso l’Archivio di Stato di Torino sono state individuate e acquisite, in copia fotostatica o digitale, numerose unità archivistiche riguardanti il fondamentale fondo Paesi Sardegna nelle Serie Politico e Serie Economico e Giuridico. Tale documentazione raccoglie, quasi sempre in maniera continuativa, gli atti delle principali istituzioni del Regno di Sardegna nel loro rapporto con le istituzioni centrali e con la Corte sabauda dal 1720 alla prima metà dell’Ottocento.
L’Archivio di Stato di Torino, grazie alla digitalizzazione di buona parte dei suoi inventari e di numerose mappe, ha permesso una verifica puntuale sul materiale archivistico riguardante la Sardegna mancante negli archivi isolani. La documentazione presente nell’Archivio di Stato di Cagliari conserva i copialettere in partenza delle “Segreteria di Stato Serie I e II” e del fondo “Intendenza Generale” senza però gli allegati, che costituiscono le parti più importanti della documentazione. Nei fondi dell’Archivio di Stato di Torino la completezza e la capillarità dei dispacci governativi e vicereali tra Cagliari e Torino è stata ricostituita: il reperimento degli allegati ai dispacci e alle lettere da e per l’isola, indirizzati a funzionari dello Stato e a singoli privati, ha permesso di restituire la complessità del quadro storico e istituzionale della Sardegna sabauda.
La ricerca è stata estesa alla documentazione conservata nelle due sedi di Piazza Castello e via Piave. Nella sede di via Piave è presente una imponente mole di materiale archivistico riguardante materie feudali, economiche e il delicato tema dell’amministrazione della giustizia e dell’ordine pubblico nell’isola. Negli inventari archivistici sono state individuate alcune serie continuative che comprendono documenti non presenti negli archivi sardi, di fondamentale importanza per ricostruire il rapporto tra la classe dirigente piemontese e quella sarda, dal Settecento alla prima metà dell’Ottocento. Nelle relazioni dei più alti funzionari sabaudi inviati nell’isola (viceré, intendenti generali, magistrati piemontesi presso la Reale Udienza) è riscontrabile un lento cambiamento di consapevolezza: le difficoltà di governo del Regno di Sardegna, procedendo nel tempo, vengono imputate finalmente ad una complessa serie di cause naturali e storiche e non più solo ad una presunta cattiva volontà dei sardi.
La documentazione sulla fondazione di nuove colonie nella Sardegna del Settecento ha offerto, da questo punto di vista, la prova dell’iniziale schematicità e del moralismo dei funzionari sabaudi, che imputavano il sottosviluppo dell’isola e dei suoi abitanti esclusivamente alla presunta barbarie degli isolani e alla corruzione della sua classe dirigente, interamente spagnola nella sostanza e nella forma. A partire dal periodo boginiano, nella seconda metà del Settecento, emerge nella documentazione archivistica la consapevolezza dei limiti naturali e storici di un’isola dominata da due architetti plasmatori: gli attacchi dei pirati barbareschi provenienti dal Nord Africa e la presenza della malaria, che aveva nelle coste e nelle pianure isolane impaludate valori che raggiungevano record negativi anche rispetto ad altre sponde mediterranee flagellate dalla malattia.
I fondi sull’Amministrazione delle Torri e sulla fondazione di Carloforte, entrambi con un’abbondantissima documentazione archivistica conservata a Torino, sono stati privilegiati nella riproduzione e nello studio per il carattere continuativo delle serie documentali e per la possibilità di seguire, mese per mese, il tentativo di applicare i principi sabaudi del cosiddetto “buon governo” ad una terra d’oltre mare come la Sardegna.