Ott 092013
 

La Giunta Regionale con la deliberazione 29/3 del 24.7.2013 ha approvato la proposta di ripartizione dei fondi stanziati per la promozione della ricerca e dell’innovazione tecnologica in Sardegna, ai sensi della LR 7/2007 per l’anno 2013. Pochi giorni fa,  la pubblicazione del bando sui tender ha dato una prima applicazione di quanto deliberato.
Della forte riduzione del budget complessivamente disponibile per l’anno in corso, dovuta a una drastica riduzione dei fondi del bilancio regionale, si era già detto nel resoconto della riunione della Consulta regionale.
Per l’esercizio in corso le risorse disponibili ammontano complessivamente a poco meno di 12.891.500 euro, a fronte di stanziamenti ben superiori negli anni precedenti.

La buona notizia
Dato il ritardo con cui questo stanziamento è stato definito, il rischio per il 2013 era di non poter predisporre in tempi utili il bando annuale per la ricerca di base. Dopo una intensa interlocuzione tra le Università e la Regione, si è trovata una soluzione per noi soddisfacente: il bando 2013 ci sarà.
La condizione per farlo è che la Regione trasferisca i soldi al suo ente strumentale, Sardegna Ricerche. La gestione del bando, comunque, dovrà rispondere ai criteri dettati dalla Legge sulla ricerca, che definisce gli standard di qualità del processo di valutazione. Sardegna Ricerche agirà su indicazioni concordate tra noi e la Regione nella Consulta per la ricerca. In particolare, l’ente affiderà a un’agenzia esterna, di sicura competenza e indipendenza, la valutazione dei progetti. Su questo punto torneremo con un prossimo post.
Sono anche confermati i fondi 2013 per dare continuità a due iniziative importanti: la Biblioteca Scientifica Regionale e la premialità Prin-VIIPQ.

La notizia meno buona, molto meno buona
A fronte dei 4 milioni previsti per il bando 2013 per la ricerca di base, la delibera ne stanzia ben 4,2 per finanziare i cosiddetti “tender”. I tender riguardano ricerche o lavori che devono, per definizione, muoversi negli ambiti strettamente definiti dalle specifiche richieste conoscitive espresse dalla Regione per finalità operative legate alla sua funzione istituzionale.
Siamo perfettamente consapevoli che negli ultimi anni la Regione ha offerto un sostegno essenziale alle Università della Sardegna, un sostegno che in particolare ha consentito di tenere aperte le porte dei nostri Atenei a giovani talenti e che ha generosamente finanziato centinaia di validi progetti di ricerca. Senza questo sostegno, questi ultimi anni di crisi economica e di tagli nei finanziamenti statali sarebbero stati per noi molto più difficili.
Ciò detto, uno stanziamento così alto a favore dei tender rappresenta la rottura di una buona prassi che si era consolidata in questi anni – una rottura che non può che destare preoccupazione.
Finora i tender avevano, infatti, rappresentato una parte piuttosto piccola dei fondi stanziati dalla LR 7: il 18,6% del totale. E’ certamente accettabile che una parte dei fondi stanziati per la ricerca di base possa essere dedicata a esigenze specifiche, accuratamente motivate e documentate, che emergono dalla normale attività dell’ente regionale. E’ molto più difficile approvare una situazione in cui ai tender si attribuisce qualcosa come il 50% delle cifra stanziata dalla LR 7 per le finalità della ricerca.

Infatti,
– i tender per loro natura limitano notevolmente la concorrenza tra gruppi di ricerca. Il loro alto grado di specificità fa sì che per ogni tender possano concorrere pochissimi ricercatori (e spesso capita che concorra infatti un solo gruppo o che la “call” vada deserta. L’elenco dei tender messi a bando è consultabile qui).
– I tender non rientrano, se non raramente, nell’ambito della ricerca di base. Usare una parte così ampia dello stanziamento della LR 7 per finanziare i tender viola lo spirito e il dettato della legge, che, all’articolo 3, comma 1, lettera c recita: la Regione “finanzia o cofinanzia progetti di ricerca fondamentale o di base di particolare valore conoscitivo che trovino in Sardegna ottimali condizioni per la loro esecuzione e/o che abbiano avuto accesso a programmi di ricerca internazionali, comunitari e nazionali presentati da università ed enti pubblici di ricerca; la quota per i suddetti interventi non dovrà essere inferiore all’1 per cento delle compartecipazioni all’imposta sul reddito delle persone fisiche”. L’articolo citato esclude esplicitamente la ricerca applicata dall’uso delle risorse attribuite alla LR 7.

Sia durante i lavori della Consulta, sia dopo l’approvazione della delibera di cui sopra, la nostra Università ha manifestato in numerose occasioni il punto di vista espresso in queste righe. Prendiamo atto che, rispetto alla delibera, lo stanziamento per i tender è stato ora limato al ribasso (4 milioni invece dei 4.2 annunciati), e che il bando per la ricerca di base in senso proprio dovrebbe passare dai previsti 4 milioni a 4,8 milioni.
La situazione è, dunque, marginalmente migliorata. Rimane tuttavia intatta la nostra preoccupazione per un finanziamento a favore dei tender eccessivo sia in termini assoluti che relativi, e rimane intatto l’auspicio che la decisione presa per il 2013 rappresenti l’eccezione e non la regola.

Francesco Pigliaru

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