La libertà si perde un pezzettino alla volta

  • E’ giunto a noi dopo quasi tre secoli di storia, resistendo alle accuse di incostituzionalità e alle critiche di chi, ciclicamente, lo ha considerato un inutile relitto, eppure il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, rinvigorito dalle recenti riforme, è in grado di offrire al cittadino, oggi più di ieri, una tutela effettiva
    e a costo zero nei confronti della pubblica amministrazione (nessun contributo unificato e non necessarietà dell’assistenza di un difensore).

    Potrebbe uno Stato democratico, sebbene impegnato a fare cassa per resistere ad una crisi economica incalzante, permettersi di imporre un pedaggio alle classi sociali meno abbienti per l’accesso alla giustizia amministrativa ? Cosa resterebbe della sacralità dei principi sanciti dalla Carta Costituzionale, se per prima la pubblica amministrazione potesse andare esente da censure di illegittimità quando, la modestia del torto arrecato al cittadino o la debolezza economica di quest’ultimo, rendano impraticabile l’accesso al giudice ? Simili quesiti andrebbero rivolti al Governo che, nel testo della manovra finanziaria inviato al Quirinale, ha previsto l’introduzione del contributo unificato di 600 euro per il ricorso straordinario.
    E’ chiaro il messaggio: non hai diritti se non te li puoi permettere…Ed una cosa è certa: la libertà si perde un pezzettino alla volta.

    Giorgio Mancosu

    Segretario UIL di Ateneo